Come restare impresa, umana e competitiva, nella “normalità del disordine” che caratterizza il nostro tempo. Questo il filo conduttore dei due giorni di Match Point, l’appuntamento annuale, svoltosi a Roma l’8 e il 9 settembre, in cui Confartigianato ha riunito quasi 350 rappresentanti di vertice del Sistema Associativo per fare il punto, dopo la pausa estiva, sui temi e con i protagonisti dell’attualità economica e politica e sulle sfide che attendono l’Italia e gli imprenditori.
Ad aprire i lavori, moderati da Annalisa Bruchi, giornalista Rai, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, che ha offerto una lettura lucida della fase storica che stiamo attraversando. “Il match point – ha esordito – è il momento decisivo della partita. E oggi siamo proprio lì: in un tempo non lineare, disordinato, che richiede visione, responsabilità e fiducia”.
Granelli ha ribadito il ruolo cruciale delle imprese artigiane come punti di riferimento nella complessità, luoghi dove “si trasmettono saperi, si costruisce comunità, si fa coesione sociale”. Ha tracciato le priorità dei prossimi mesi: dalla riforma della legge quadro dell’artigianato alla nuova Artigiancassa, dalla riforma dei Confidi al tema cruciale dell’accesso al credito, senza dimenticare la necessità di politiche industriali incisive, anche a livello europeo.
“Dentro il disordine – ha detto – le nostre imprese non arretrano: lo attraversano, lo trasformano. È questo che rende l’impresa artigiana una risorsa non solo economica ma civile e culturale per il Paese”.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un videomessaggio ha sottolineato il ruolo essenziale delle micro, piccole e medie imprese nel tessuto produttivo nazionale. “I dati parlano chiaro – ha ricordato – l’occupazione è ai massimi storici anche grazie al lavoro delle imprese artigiane”. Urso ha assicurato il pieno sostegno del Governo, richiamando i recenti interventi a favore del comparto: dalla legge annuale per le PMI – finalmente in via di approvazione – alle misure per favorire il ricambio generazionale, lo sviluppo delle start-up, la digitalizzazione e il rafforzamento del Made in Italy. “Nessuna intelligenza artificiale – ha concluso – potrà mai sostituire la passione artigiana e la qualità del fare italiano”.







