Il futuro dell’Italia e la nuova identità imprenditoriale si costruiscono con la ‘visione’ dei giovani e all’insegna dell’intergenerazionalità.
E’ il messaggio della Convention dei Giovani Imprenditori di Confartigianato che si è svolta nei gironi scorsi a Roma.
Il Movimento guidato dal Presidente Davide Peli ha chiamato a confronto esponenti del Governo e del Parlamento, esperti, accademici, studenti, per delineare la situazione del lavoro giovanile e indicare le traiettorie per sostenere il talento e la voglia di fare impresa delle nuove generazioni.
Dopo i saluti del Presidente di Confartigianato Marco Granelli, il Presidente dei Giovani Imprenditori Davide Peli ha introdotto i lavori sottolineando: “Il futuro dell’Italia dipende da quanto e come si investirà sulle nuove generazioni. C’è molto da cambiare, se si considera che oggi, per 12 euro di spesa pubblica destinati a pensioni e sanità per anziani, se ne spende soltanto 1 per giovani e famiglie. Bisogna puntare su formazione di qualità, istruzione tecnica e professionalizzante, per creare le competenze evolute imposte dalla rivoluzione digitale. E occorre incentivare la trasmissione d’impresa, con strumenti ad hoc come, per esempio, il credito di imposta, per i giovani che vogliono rilevare l’azienda di famiglia, subentrare in un’impresa già avviata o creare una propria attività. Così si protegge il patrimonio di saper fare dell’artigianato e delle piccole imprese e si offre un futuro ai giovani e al Paese”.
Alle sollecitazioni del Presidente Peli ha risposto Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, la quale ha illustrato il disegno di legge governativo che riforma l’istruzione tecnico-professionale con l’introduzione del nuovo modello 4+2, attualmente all’esame del Parlamento. “Si tratta – ha detto – di una riforma molto attesa dalle scuole e dal mondo produttivo. Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale che potrà contare sul potenziamento delle discipline di base e sull’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti; sul maggior raccordo fra scuola e impresa, ma anche sulla maggiore internazionalizzazione e ricerca. L’obiettivo è che i giovani abbiano la preparazione adeguata per trovare più rapidamente un impiego qualificato e che le imprese abbiano le professionalità necessarie per essere competitive”.
La situazione del lavoro giovanile in Italia è stata approfondita da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, e da Licia Redolfi, Osservatorio Mpi Confartigianato Lombardia. Ne emerge un quadro di luci e ombre. Nel decennio 2013-2023 la crisi demografica ha fatto diminuire la popolazione italiana di 874mila giovani tra 20 e 34 anni, con un calo dell’8,7%. Questo trend si riflette sulla composizione del lavoro indipendente: oggi il numero di imprenditori e lavoratori autonomi over 60, pari a 897mila, ha superato quello degli under 35 (719mila). Il fenomeno, diffuso in tutta Europa, è più marcato in Italia dove la quota di giovani lavoratori indipendenti sul totale è pari al 15%, a fronte del 16,2% della media Ue. Eppure le occasioni di lavoro per i giovani non mancano: tanto è vero che tra il 2021 e il 2023 la crescita dell’occupazione è stata trainata dagli under 35, in aumento dell’8,8% a fronte del +3,3% dell’occupazione senior, con un andamento migliore per laureati (+12,5%) e giovani donne (+9,9%). E si potrebbe fare molto di più, visto l’aumento della percentuale di manodopera che le imprese non riescono a reperire: a maggio si attesta al 48,2%, 2,1 punti in più rispetto allo scorso anno.
Ma, oltre al problema del calo demografico, le nuove generazioni non si offrono sul mercato del lavoro. Il rapporto di Confartigianato mette infatti in evidenza che gli inattivi under 35 sono 1.477.000, il valore più alto in Europa. E così, il tasso di occupazione degli under 35 italiani è del 45%, e rimane la percentuale più bassa d’Europa che fa registrare una media del 58,6%. Siamo accanto a Grecia (45,1%) e Romania (46,5%), e lontanissimi dai valori di occupazione giovanile in Austria (70,6%), Malta (76,8%) e Olanda (82,1%). Un segnale di speranza arriva dalla nascita nel 2023 di 50mila imprese guidate da giovani, pari al 34,9% del totale delle aziende create lo scorso