Confartigianato apprezza il Disegno di legge sulle semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale e lo considera un’ulteriore tappa del percorso per alleggerire e razionalizzare la normativa.
Va tuttavia coordinato con i diversi interventi in materia di legislazione sul lavoro per garantire alle imprese un quadro certo e stabile ed evitare sovrapposizioni che rischierebbero di vanificare l’azione della semplificazione.
Il giudizio è stato espresso il 27 marzo scorso nel corso dell’audizione dei rappresentanti della Confederazione davanti alla Commissione Lavoro del Senato.
Tra le indicazioni di Confartigianato segnaliamo la richiesta di cancellazione del contributo addizionale dello 0,5% per ciascun rinnovo dei contratti a termine e del contributo dell’1,4% della retribuzione imponibile, dovuto dai datori di lavoro.
Inoltre, si ritiene debba essere riconosciuta alla contrattazione collettiva la competenza a determinare la durata del periodo di prova nei contratti a tempo determinato.
Anche in merito alla gestione del lavoro agile, Confartigianato auspica un sostegno alla contrattazione collettiva, prevedendo incentivi economici per le imprese che lo attivano o lo disciplinano in attuazione di un contratto collettivo di secondo livello.
Segnalata, inoltre, la necessità di un intervento normativo per stabilire che i contributi versati alla bilateralità artigiana e le relative prestazioni non costituiscono reddito da lavoro dipendente.
Tra le misure per favorire la produttività, viene richiesta la semplificazione dei meccanismi di accesso agli incentivi.
Inoltre, la Confederazione ha sollecitano interventi per risolvere il problema delle cosiddette dimissioni per fatti concludenti e definire con certezza gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro.