Gli artigiani e le microimprese fanno grande l’Italia. L’ennesima conferma arriva dal rapporto ‘Artigiani del futuro’, realizzato da Fondazione Symbola insieme con Confartigianato e le altre Confederazioni artigiane, e rilanciato il 10 dicembre e il 31 dicembre 2022 sul Corriere della sera.
Il rapporto è diviso in due parti: nella prima mostra, in dieci punti, il ruolo giocato all’interno del tessuto economico italiano e nella seconda (in uscita nel 2023) i volti e le storie degli imprenditori.
“In Italia – scrive il Corriere – sono i piccoli imprenditori a fare la differenza. Le micro imprese sono gli attori principali della green economy: il 44,8% ha fatto investimenti verdi, contro il 39,7 delle medie e grandi e il 36,1 delle piccole. Il 55% dei brevetti relativi a energie alternative e gestione di rifiuti sono stati depositati a livello europeo da micro e piccole imprese: rispettivamente il 37 e il 18%, contro il 25 delle medie e il 20 delle grandi.
“Questo rapporto – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – dimostra la necessità di guardare l’Italia negli occhi, con empatia, per capire i suoi problemi e leggere i suoi punti di forza. Le imprese artigiane sono fondamentali per l’economia di oggi e per affrontare le sfide del futuro, con uno sviluppo ‘a misura d’uomo’. Bisogna ricordarselo anche nella Legge di Bilancio”.
Tra i dieci primati verdi: investimenti, brevetti, operatori della cultura, turismo nei piccoli comuni, rete, agroalimentare, occupazione e integrazione, presidio economico, imprese a guida femminile e giovani. Le “piccole” sanno fare rete: i contratti di rete con capofila una micro o una piccola impresa siano il 96% di quelli attivati dal 2010 al 2021. Nel rapporto ci sono cultura e creatività: rappresentano il 99,7 degli operatori. Grazie queste imprese il 97% dei comuni con strutture ricettive sono fruibili. Nelle denominazioni alimentari Dop e Igp italiane, il 94,86% e il 91,35% sono micro imprese. Ma le “piccole” sono anche un presidio sociale e di integrazione: in esse si concentra l’80% dell’occupazione straniera attiva in Italia. Oltre che un presidio economico per i comuni con meno di 5.000 abitanti, dove rappresentano il 99,4% delle imprese extra-agricole. La quota delle micro imprese a guida femminile è del 22,5%: più del doppio rispetto a medie e grandi.