ASSEMBLEA 2022 – Il Presidente Granelli: ‘Noi costruttori di futuro’. Il Premier Meloni: ‘Saremo gli artigiani dell’Italia’
“Nei prossimi anni vorremmo considerarci come artigiani dell’Italia, occupandocene con la stessa meticolosità, dedizione, pazienza e amore con cui un artigiano si occupa dei suoi prodotti”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è rivolta all’Assemblea di Confartigianato riunita oggi a Roma.
Il Premier Meloni ha risposto punto per punto alla relazione del Presidente di Confartigianato Marco Granelli il quale ha offerto la forza degli artigiani e delle micro e piccole imprese quali ‘costruttori di futuro’, anche per le nuove generazioni, confidando in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”.
Ad ascoltare le parole del leader degli artigiani e del Presidente Meloni, erano presenti 1600 persone, tra delegati del Sistema Confartigianato, rappresentanti del Parlamento, tra cui il Presidente del Senato Ignazio La Russa, del Governo, delle forze economiche e sociali.
L’Assemblea si è aperta con la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Numerosi comparti del tessuto produttivo -scrive il Capo dello Stato – sono impegnati ad affrontare l’instabilità economica, causata dalla pandemia e aggravata dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, con significative ricadute sulle piccole imprese e sull’artigianato. Si tratta di segmenti strategici dell’economia italiana ed è necessario sostenere l’efficienza dei loro processi produttivi attraverso gli strumenti di potenziamento e innovazione forniti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nel pieno rispetto e in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Rinnovare, rafforzare la competitività delle piccole imprese e dell’artigianato significa promuovere eccellenze del nostro Paese e, per quanto riguarda l’artigianato di produzione, integrare filiere, rilanciare economie delle aree interne anche con effetti perequativi di lungo termine. E’ un’opportunità di incoraggiamento dell’imprenditorialità giovanile e un catalizzatore di flussi di capitale umano in storiche realtà italiane, impoverite e colpite dall’esodo. Istituzioni della Repubblica, parti sociali, imprenditori, sono chiamati a concorrere a questi obiettivi e mi è grato, rivolgendo gli auguri di buon lavoro alla vostra Assemblea, auspicare successo in questa impresa”.
L’Assemblea è stata l’occasione per chiedere al premier Giorgia Meloni attenzione all’artigianato e alle micro e piccole imprese, rimuovendo gli ostacoli “che – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato – troppo spesso mortificano il nostro talento e le nostre ambizioni”.
Il Presidente Granelli ha evidenziato diversi fattori negativi: gli appesantimenti amministrativi in materia di lavoro, la Torre di Babele della legislazione fiscale, lavoro, caro energia, apprendistato, bonus edilizi.
Il Presidente Giorgia Meloni ha replicato alla relazione del Presidente Granelli ricordando: “Noi compiamo un mese dal giuramento, e in un mese abbiamo già incontrato parti sociali e imprese. Come voi credo nel valore centrale dei corpi intermedi“.
Meloni ha poi affrontato il tema della difesa del made in Italy, segnalando che “nei prossimi giorni vogliamo accompagnare la manovra finanziaria con allegato ad hoc dedicato alla valorizzazione e la tutela del Made in Italy, della proprietà intellettuale, della lotta alla contraffazione. Questo sarà oggetto del nostro confronto”.
Sulla riduzione del costo del lavoro, Meloni ha sottolineato che “l’orizzonte della legislatura è un taglio del 5%
E ancora sul reddito di cittadinanza, ha spiegato: “Se avessi avuto più tempo avremmo potuto fare la riforma organica che faremo. Ma siamo rimasti fedeli al nostro principio: uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può lavorare.
EVENTI – Le imprese meritano credito: confronto a tutto campo per far ripartire lo sviluppo
Dare credito alle imprese per restituire fiducia nel Paese: è l’obiettivo dell’iniziativa organizzata da Confartigianato, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che per un giorno mette a confronto i rappresentanti del sistema bancario, della finanza e dell’associazionismo.
L’appuntamento è per il 29 novembre, a Roma, presso l’Auditorium Antonianum.
Sui i panel di dibattito sui temi del credito per le Pmi, dei rapporti con le banche, del rapporto tra credito e sostenibilità, della garanzia pubblica e privata, del valore della prossimità territoriale, del ruolo delle organizzazioni dell’artigianato al fianco delle imprese.
MEDIA – Granelli su Il Foglio: “Un nuovo patto di fiducia Stato-imprese per rilanciare lo sviluppo”
Oggi sul quotidiano Il Foglio, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli rilancia il messaggio rivolto al Premier Meloni durante l’Assemblea della Confederazione: “Confidiamo – ha detto – in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del Paese”.
Granelli sollecita al Governo e al Parlamento azioni concrete per riconoscere il ruolo delle piccole imprese e valorizzarne il talento e le ambizioni, eliminando gli ostacoli sulla loro strada. Tra questi, il peso del fisco e della burocrazia, i rincari dell’energia, il costo del lavoro, le difficoltà di accesso al credito. A quantificarne l’impatto sulle piccole imprese è il rapporto realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato ‘Imprese nell’età del chilovatt-oro’, di cui Il Foglio rilancia i dati principali.
Leggi di seguito il testo dell’articolo su Il Foglio
Quest’anno il caro-energia costa alle piccole imprese 23,9 miliardi in più rispetto al 2021. I rincari pesano con 18 miliardi di maggiori costi per l’elettricità e con 5,9 miliardi per il gas.
A dirlo è il Rapporto ‘Imprese nell’età del chilovatt-oro’ che Confartigianato ha presentato alla propria Assemblea nazionale del 22 novembre, alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il report fotografa gli ostacoli che frenano la corsa dei 4,4 milioni di micro e piccole imprese italiane impegnate a reagire con performance sul fronte dell’occupazione e delle esportazioni. Tra luglio 2021 e giugno 2022, hanno creato il 71% dei nuovi posti di lavoro e tra agosto 2021 e luglio 2022, nei settori a maggiore presenza di MPI, le esportazioni sono pari a 141,2 miliardi di euro.
Alla batosta del caro-bollette si aggiunge il peso della pressione fiscale: il prossimo anno cittadini e imprenditori italiani pagheranno 42,2 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona, pari a 711 euro pro capite. In Europa siamo al terzo posto per il più alto carico fiscale, ci precedono Francia e Belgio.
Sulla competitività delle nostre imprese pesa anche il cuneo fiscale sul costo del lavoro che, nel 2021, è pari al 46,5%, vale a dire 11,9 punti in più rispetto alla media dei paesi avanzati. Il fisco grava anche sull’energia con un carico superiore del 51,1% rispetto alla media dei Paesi Ue.
Sul fronte dell’efficienza della pubblica amministrazione, Confartigianato mette in evidenza che soltanto il 28% delle Amministrazioni locali prevede la possibilità di completare on line le pratiche amministrative. Si peggiora per quanto riguarda gli adempimenti per il settore dell’edilizia: solo il 15% dei Comuni consente l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo ai permessi di costruire.
Nel frattempo gli Enti pubblici hanno accumulato un debito commerciale verso le imprese fornitrici di beni e servizi pari a 53 miliardi di euro e il 50,1% dei Comuni italiani non salda le fatture entro i 30 giorni fissati dalla legge. Per quanto riguarda il peso del debito commerciale della PA sul PIL siamo al 2,9%, quasi il doppio rispetto all’1,6% dell’Ue.
Gli sforzi dei piccoli imprenditori per agganciare la ripresa sono frenati anche dal gap scuola-lavoro all’origine della carenza di manodopera qualificata: le aziende non riescono a trovare il 55,9% dei lavoratori specializzati necessari a mantenere elevata la qualità manifatturiera made in Italy.
STUDI – Imprese nell’Età del chilowatt-oro. Caro-bollette di 23,9 miliardi € per MPI. La crisi energetica al centro del 17° Rapporto
In occasione dell’Assemblea di Confartigianato del 22 novembre, nella quale dopo la relazione del Presidente Marco Granelli è seguito l’intervento del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stato predisposto il 17° Rapporto annuale ‘Imprese nell’Età del chilowatt-oro’, con la presentazione di Vincenzo Mamoli e una introduzione di Giulio Sapelli. Qui il comunicato stampa sul Rapporto dell’Ufficio Studi e qui i Key data.
Al centro dell’analisi i temi legati alla crisi energetica in corso, con una disamina delle tendenze dei prezzi delle commodities, delle ricadute sui costi delle micro e piccole imprese e una analisi del mercato del gas. Ad ottobre il tasso di inflazione energetica su base annua balza al 71,7%, superando il 45,0% di settembre e collocandosi ben 30,2 punti percentuali sopra il 41,5% dell’Eurozona, che colloca l’Italia al 2°posto in Ue a 27, dietro solo ai Paesi Bassi (+99,7%). Il forte aumento dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali, associato al rafforzamento del dollaro sui mercati valutari, ha dilatato ‘la fuga di PIL’ mediante il canale del commercio estero: a settembre la bolletta energetica arriva a 104,0 miliardi di euro, toccando il massimo del 5,4% del PIL, con un peggioramento di 2,4 punti dopo l’invasione dell’Ucraina e di 3,5 punti nell’arco di dodici mesi.
La ricaduta della corsa dei prezzi dell’energia sui bilanci di imprese e famiglie è di entità straordinaria. Nel Rapporto si stima che nel 2022 il costo dell’elettricità per le MPI aumenta di 18,0 miliardi di euro rispetto all’anno precedente mentre il costo del gas aumenta di 5,9 miliardi di euro
Il lavoro propone una analisi sull’economia delle aree costiere su quella della montagna, per entrambe le quali l’Italia si colloca al 1° posto in Ue, con un’alta vocazione dei territori alla micro e piccole imprese e all’artigianato.
Inoltre, nel Rapporto sono proposte le tendenze del mercato del lavoro e di quello del credito, oltre ad un esame di alcuni dei cambiamenti in essere che interessano le imprese sul fronte della globalizzazione, delle transizione digitale ed energetica. Sul recupero dell’occupazione, a settembre 2022, pesa il calo di 173mila indipendenti (-3,3%) rispetto febbraio 2020, pre-pandemia a fronte del recupero di 246 mila dipendenti (+1,4%) per complessivi +73mila occupati (+0,3%). In salita la quota di imprese manifatturiere che hanno difficoltà di accesso al credito.
Nel capitolo conclusivo sono esaminate le opzioni di politica economica in campo in questa turbolenta crisi energetica, amplificata dalla guerra in Ucraina: la stretta monetaria, i vincoli della politica di bilancio tra elevati livelli di pressione fiscale, spesa e debito pubblico che si associano a una bassa qualità dei servizi della Pubblica amministrazione (Pa): lo spread fiscale tra Italia ed Eurozona è salito e pari all’1,9% del PIL, mentre l’Italia è al 4° posto Italia in Ue per spesa pubblica/PIL (54,1% vs. 49,8% Ue) ma scende al 24° posto per qualità servizi pubblici (37% li giudica positivamente vs. 52% Ue) e scivola al 26° per fiducia verso Pa (31% vs. 50% Ue). All’opposto, l’Italia sale al 1° posto per peso sul PIL dei debiti commerciali della Pa.
L’economia italiana ha mostrato una marcata resilienza nel corso dei primi mesi di guerra. Nell’arco tra il primo e il terzo trimestre del 2022 il PIL in Italia sale dell’1,6%, ampiamente superiore al +0,9% dell’Ue, al +0,7% della Francia e al +0,4% della Germania.
Una forte segnale di reazione arriva anche dal mercato del lavoro: tra febbraio e settembre 2022, gli occupati sono saliti di 146mila unità, grazie all’apporto di 145mila dipendenti in più, trainati dalla componente a tempo indeterminato che cresce di 210mila unità mentre la componente a tempo determinato diminuisce di 65mila unità e gli indipendenti risultano stabili.
Purtroppo, dopo la straordinaria crescita dei primi tre trimestri, si apre una stagione fredda, per il clima e per l’economia. Nel sentiero delineato nella Nota di aggiornamento, si delinea nell’ultimo trimestre dell’anno un calo del PIL di circa sei-sette decimi di punto. Nel caso di una interruzione delle forniture di energia da parte della Russia, nel 2023 si registrerebbe calo del PIL di circa l’1,5% del PIL.
Il primo segnale recessivo arriva dall’accelerazione dei prezzi: ad ottobre l’inflazione in Italia sale al 12,8%, superando di 2,1 punti il +10,7% della media dell’Eurozona, mentre il tasso di inflazione energetica balza al 73,9%, rispetto al 45,0% di settembre, collocandosi trentadue punti sopra al +41,9% dell’Eurozona.
Il prezzo dell’energia elettrica in Italia ad ottobre sale del 199,1% rispetto un anno prima, mentre quello del gas segna un aumento del 99,5% (un dato che potrebbe essere limato dopo il calo del 12,9% ad ottobre della spesa del gas in tutela pubblicato da Arera il 3 novembre).
ALIMENTAZIONE – Dai panificatori appello al Ministro Urso: “Subito interventi contro il caro-energia”
La grave crisi energetica che sta attraversando il Paese sta mettendo in ginocchio il settore della panificazione artigiana. Di fronte ai gravi rincari e alla frammentazione delle proteste le Associazioni dei panificatori maggiormente rappresentative a livello nazionale (Assipan Confcommercio, Assopanificatori Fiesa Confesercenti, Confartigianato Panificatori, Cna Dolciari e Panificatori) si sono riunite in un Coordinamento nazionale per dare più forza e sintesi alle richieste della categoria, che sta attraversando uno dei momenti più difficili della propria storia recente.
“Le imprese di panificazione producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale; per questa ragione chiedono interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Sono 26 mila le imprese, con oltre 100 mila addetti, che da oltre due anni stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità che ha messo a dura prova la tenuta delle produzioni e a rischio la qualità delle produzioni alimentari, simbolo del nostro Made in Italy. Senza interventi mirati ed immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole degli Italiani”.
E’ quanto i quattro Presidenti delle Associazioni hanno rappresentato al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, unitamente ad una richiesta di incontro in cui discutere una serie di proposte mirate. Tra le principali richieste rientrano:
- L’incremento del credito di imposta previsto per le imprese ad alta intensità energetica, che per i panificatori artigiani dovrebbe essere elevato al 50%, con estensione a tutto il 1° quadrimestre 2023 ed applicazione dell’obbligo per i fornitori di uno sconto immediato in bolletta “ove richiesto” pari al credito d’imposta spettante a fronte di una automatica cessione dello stesso;
- L’intervento sulle norme relative al distacco delle forniture, individuando una moratoria che salvaguardi la continuità della produzione, stabilendo il pagamento di almeno il 20% della fattura che inibisca il distacco;
- L’intervento sul trattamento fiscale del lavoro notturno caratteristico nelle imprese di panificazione artigiana, al fine di contenere il costo del lavoro e contestualmente la capacità produttiva di pane fresco;
- Il riconoscimento alle imprese del settore della qualifica di operatori svolgenti lavoro usurante.
Per sostenere le ragioni delle richieste come sopra avanzate, le Associazioni de panificatori chiedono un Tavolo di confronto presso il Ministero, anche al fine di avviare un monitoraggio serrato dell’andamento dei costi energetici e delle materie prime, al fine di prevenire situazioni critiche che rischiano di creare notevoli tensioni sociali tra la popolazione.