APPROFONDIMENTO PNRR: FONDI INTEGRATI DEL MINISTERO DEL TURISMO LO STATO DELL’ARTE
Miglioramento infrastrutture di ricettività attraverso il Tax Credit- prevede l’erogazione di agevolazioni sotto forma sia del credito d’imposta dell’80% sia del contributo a fondo perduto fino al 50% e fino a 40.000 euro, incrementabili anche cumulativamente per altri 60mila euro per un totale di 100mila euro a seconda della Regione di appartenenza e della tipologia dell’intervento, per aumentare la qualità dell’ospitalità turistica. Sono stati finanziati, attraverso la dotazione prevista dall’art.1 del DL 152/2021 interventi di ristrutturazione edilizia, rimozione delle barriere architettoniche e interventi per aumentare l’efficienza energetica per un totale di 100 milioni di euro. Per questo intervento è stato pubblicato il decreto di concessione delle agevolazioni ed è disponibile l’elenco dei soggetti beneficiari ammessi con relative rettifiche.
Per ciascuno degli anni 2023 e 2024 sono previsti ulteriori 180 milioni di euro e altri 40 milioni di euro per l’anno 2025. A fronte delle numerose richieste, sono in arrivo nuovi stanziamenti per oltre 300 milioni di euro.
Digitalizzazione agenzie e tour operator- la misura consiste nell’erogazione del credito d’imposta del 50% fino a un massimo di 25mila euro per lo sviluppo tecnologico di agenzie di viaggio e tour operator provvisti di Codice Ateco 79.1; 79.11; 79.12 come indicato dal DM 29 dicembre 2021. Vengono finanziati principalmente gli interventi per promuovere la digitalizzazione e per rafforzare gli standard dei servizi offerti (art.4 DL 152/2021). Sono stati stanziati 18 milioni di euro per il 2022, 10 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e 60 milioni per l’anno 2025. È stato pubblicato il 14 settembre l’avviso che definisce le modalità applicative per la fruizione del credito d’imposta e con successiva comunicazione verranno rese note le date di apertura e chiusura della piattaforma online per presentare la domanda.
Fondo dei fondi BEI- è stato attivato il Fondo tematico della Banca Europea degli Investimenti. Si tratta di un Fondo di Fondi (FoF) capace di generare investimenti nelle aree: a) del turismo di montagna sia per infrastrutture sia per servizi ricettivi; b) del settore Business e dell’offerta turistica top quality; c) nel turismo
sostenibile e nell’upgrade dei beni mobili e immobili connessi all’attività turistica. Il Fondo può raccogliere capitale attraverso la partecipazione ad iniziative delle istituzioni finanziarie europee per concedere crediti agevolati al settore turistico. In questo contesto, è stato pubblicato sul portale TED l’invito a manifestare interesse per la selezione di intermediari finanziari che si è chiuso l’8 luglio. Si attende adesso la pubblicazione dell’avviso da parte delle Autorità competenti per erogare alle imprese turistiche i prodotti finanziari dedicati.
Fondo di Garanzia Potenziamento del Fondo Nazionale del Turismo- Nell’ambito del Fondo di garanzia per le PMI della legge del 662/96 è istituita una Sezione Speciale Turismo per la concessione di garanzie ai soggetti quali imprese alberghiere, agrituristiche, porti turistici, parchi tematici (art.1 comma 4 DL152/2021) e ai giovani fino ai 35 anni che intendono avviare un’attività nel settore turistico. La dotazione è di 58 milioni per il 2022, 100 milioni per il 2023 e 50 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025, con riserva del 50% per interventi di riqualificazione energetica. Le garanzie, concesse a titolo gratuito, sono rilasciate su singoli finanziamenti o su portafogli di finanziamenti per interventi di sostenibilità ambientale e innovazione digitale o per assicurare continuità aziendale e fabbisogno di liquidità per un massimo di 5 milioni di euro. Tramite l’Accordo interministeriale siglato tra il MiTur e il MISE è stata adottata la politica di investimento relativa alla “Sezione speciale Turismo”, si attendono quindi nuove disposizioni per l’operatività del Fondo.
Fondo Rotativo Imprese Sezione speciale per l’innovazione- strumento nato per agevolare l’accesso al credito e gli investimenti di media dimensione nel settore turistico per le PMI, con una riserva del 50% per gli investimenti green. Sono previsti contributi diretti alla spesa del 35% per progetti compresi tra 500mila e 10milioni di euro e finanziamenti agevolati rimborsabili in 15 anni. Le risorse disponibili ammontano a 180 milioni di euro fino al 2025, con limite di spesa di 40 milioni per le annualità 2022-2023 e di 50 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 Le spese ammissibili, specificate dal Ministero dopo la pubblicazione dell’avviso del 5 agosto che dispone le modalità di attuazione del fondo, possono essere gli interventi di riqualificazione energetica, antisismica, di eliminazione delle barriere architettoniche, interventi relativi alle attività termali, parchi a tema e porti turistici e interventi per la digitalizzazione. Allo scopo di facilitare il finanziamento dei progetti di investimento delle imprese il MiTur ha firmato la convenzione con ABI e CDP per la concessione dei finanziamenti.
Fondo Nazionale del Turismo- è un fondo di fondi real estate che ha l’obiettivo di acquistare, rinnovare e riqualificare strutture alberghiere italiane, tutelando proprietà immobiliari strategiche e di prestigio e sostenendo ripresa e crescita delle catene alberghiere operanti in Italia, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Il fondo è gestito da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP) attraverso la sua controllata CDP Immobiliare Sgr (CDP SGR). Con dotazione complessiva di 150 milioni è destinato all’acquisto, alla ristrutturazione e alla valorizzazione di immobili in Italia, per sostenere lo sviluppo turistico nelle zone più colpite dalla crisi o situate ai margini. Per questa misura sono state 111 le manifestazioni di interesse pervenute a seguito dell’avviso promosso da CDP Immobiliare. Nello specifico la procedura prevede la selezione di almeno 12 immobili da acquisire e ristrutturare entro il 31 dicembre 2025. CDPI SGR pubblicherà entro il 31 ottobre gli esiti delle manifestazioni di interesse pervenute.
EVENTI – A Energy School i Consorzi di Confartigianato affrontano la sfida della transizione energetica
La transizione energetica, il futuro del mercato elettrico e del gas, i rischi e le opportunità per le piccole imprese sono stati i temi al centro della diciottesima edizione di Energy School, tre giorni di formazione organizzati dal 21 al 23 settembre in Sardegna dai Consorzi energia di Confartigianato (Caem, Cenpi, Multienergia).
Nel corso dell’evento oltre 120 responsabili e operatori dei Consorzi provenienti da tutta Italia si sono confrontati con esperti, docenti universitari, ricercatori per approfondire uno dei temi più caldi dell’agenda economica e sociale del Paese.
Durante la ‘tre giorni’ di formazione si sono succedute testimonianze sugli aspetti che riguardano da vicino l’attività dei piccoli imprenditori: gli effetti della guerra sui prezzi dell’energia, gli scenari geopolitici e i riflessi sull’andamento delle tariffe, le opportunità offerte dalle energie rinnovabili, i modelli delle comunità energetiche, la mobilità elettrica. Su tutto hanno dominato le riflessioni e il dibattito riguardante il ruolo dei consorzi energia e di Confartigianato per accompagnare gli imprenditori nella transizione energetica offrendo competenze e servizi di qualità.
Ai lavori, aperti dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli e dalla Presidente di Confartigianato Sardegna Amelia Lai, sono intervenuti Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato; Paolo Scaroni, già alla guida di Eni ed Enel, oggi Deputy Chairman di Rotschild & Co; Alex Ricchebuono, Docente di Storia della Moneta all’Università del Piemonte Orientale: Matteo Segafredo, Presidente del Consorzio CAEM; Daniele Riva, Presidente del Consorzio CEnPI; Andrea Berri, Presidente del Consorzio Multienergia; Stefano Righi, Responsabile Offering e Vendite Direzionali di Dolomiti Energia; Stefano Clò, Professore Associato di Politica Economica all’Università degli Studi di Firenze; Giacomo Cantarella, Business Development Manager, EPQ srl; Sergio Olivero, Responsabile Business&Finance Innovation, Energy Center al Politecnico di Torino; Valerio Rossi Albertini, Ricercatore del CNR, Fisico e divulgatore; Carlo Piccinato, Segretario di Confartigianato Lombardia e coordinatore del Consorzio CEnPi; Loris Rui, coordinatore del Consorzio Caem; Valentina Bagozzi, Responsabile del Settore Mercato, Energia & Utilities Confartigianato Imprese; Vittorio Emanuele Parsi, Professore Ordinario di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e Professore Ordinario di Statistica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
MEDIA – Su Il Foglio l’appello del Presidente Granelli: “Subito sostegno per l’accesso al credito delle MPI”
Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli interviene su Il Foglio per lanciare l’allarme sull’aumento del costo del denaro a seguito dei rialzi dei tassi di interesse decisi dalle autorità monetarie. Per le piccole imprese, già gravate dai folli rincari dell’energia e delle materie prime, significa maggiore difficoltà ad affrontare una fase dalle prospettive incerte per investimenti e occupazione. Granelli rivolge quindi un appello alle istituzioni e al mondo delle banche affinchè si metta in atto un impegno straordinario e responsabile per sostenere l’accesso al credito per le aziende, specialmente quelle di piccole dimensioni.
Come se non bastassero i folli rincari dell’energia e delle materie prime, sulle imprese stanno per scaricarsi gli effetti dei ripetuti aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Fed. Denaro più costoso significa maggiore difficoltà ad affrontare una fase già molto difficile, dalle prospettive incerte per investimenti e occupazione. Una situazione che preoccupa Confartigianato dalla quale arriva l’allarme sui problemi di liquidità degli artigiani e dei piccoli imprenditori storicamente penalizzati nell’accesso ai finanziamenti.
All’indomani dell’ennesimo rialzo del costo del denaro, il Presidente della Confederazione, Marco Granelli, interviene con un appello alle istituzioni e al mondo delle banche affinchè si metta in atto un impegno straordinario e responsabile per sostenere l’accesso al credito per le aziende, specialmente quelle di piccole dimensioni.
Come dire che agli indispensabili interventi adottati dal Governo per fronteggiare l’emergenza del caro-energia, ora bisogna affiancare misure altrettanto incisive per affrontare gli aspetti legati all’emergenza-liquidità e ai debiti contratti dagli imprenditori negli ultimi anni.
Il richiamo di Granelli, che si affianca a quello lanciato in questi giorni dal Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, punta a tre obiettivi. Innanzitutto prolungare gli strumenti e i meccanismi di agevolazione dei prestiti. Contemporaneamente garantire, anche a livello europeo, nuove moratorie e la ristrutturazione dei finanziamenti per sostenere i debiti almeno fino alla conclusione della crisi energetica. E ancora, mettere in sinergia e potenziare le forme di garanzia privata offerte dai Consorzi fidi con gli strumenti pubblici come il Fondo per le Pmi e Sace.
Scendendo nel dettaglio delle proposte di Confartigianato, si tratta di continuare a garantire alle banche flessibilità di azione nella valutazione delle situazioni critiche, consentendo loro, ad esempio, di accordare a famiglie e imprese rinegoziazioni, moratorie di pagamento o proroghe di moratorie in essere, senza l’obbligo di classificazione del debitore in forborne o, addirittura, in default secondo la regolamentazione europea in materia.
Serve quindi assicurare l’allungamento delle esposizioni debitorie con una misura ad hoc per sostenere la rinegoziazione dei debiti, senza l’obbligo di erogazione di credito aggiuntivo. Un’operazione che potrebbe essere supportata dal Fondo di garanzia per le Pmi in partnership con i Consorzi fidi.
Lo stesso Fondo di garanzia per le Pmi, secondo Confartigianato, va dotato di risorse adeguate a potenziarne l’attività in base alle esigenze delle imprese e all’andamento della congiuntura economica.
Per accompagnare la domanda di credito delle piccole imprese, Confartigianato pensa anche a strumenti di finanziamento innovativi e alternativi al canale bancario, anche attraverso la raccolta di risparmio orientato al loro finanziamento.
Garantire liquidità alle piccole imprese significa anche liberare i crediti fiscali bloccati per i lavori incentivati dai bonus edilizia. Confartigianato torna a sollecitare un intervento risolutivo, con il coinvolgimento di un acquirente di ultima istanza come Poste e Cassa Depositi e Prestiti.
AMBIENTE – Dal Ministero della Transizione ecologica nuove opportunità per le MPI sul mercato dell’economia circolare
Il Ministero della Transizione ecologica ha recepito alcune storiche richieste di Confartigianato che troveranno spazio nell’attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare.
Il cronoprogramma del Ministero prevede che entro i prossimi 16 mesi saranno pubblicati in Gazzetta ufficiale i Regolamenti di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) per alcune tipologie di materiali. Questi interventi possono favorire le piccole imprese nella trasformazione dei propri rifiuti in particolare per quanto riguarda settori strategici come il tessile e le costruzioni.
Un’altra misura del Ministero della Transizione ecologica che accoglie le sollecitazioni di Confartigianato consiste nel programma di supporto formativo alle amministrazioni sugli appalti pubblici verdi.
E ancora, per la metà del 2024 è prevista l’implementazione di una piattaforma digitale del Ministero che favorisce domanda e offerta di materie prime seconde, opportunità per le piccole imprese che vogliono entrare nel mercato dell’economia circolare risparmiando materie prime naturali e avviando a recupero i propri rifiuti.
STUDI – Manovra 2023 più difficile, sulla crescita pesa bolletta energia salita al massimo storico del 4,6% PIL
Manca meno di un mese al 20 ottobre, termine per la presentazione in Parlamento della manovra di bilancio per il 2023-25. I tempi stretti di avvio della XIX legislatura e del varo del nuovo Governo si intrecciano con un quadro di finanza pubblica reso complicato dai rischi di recessione. Secondo il quadro programmatico indicato nel DEF 2022, il deficit, nel 2022 al 5,6% del PIL, si ridurrebbe al 3,9% nel 2023, con il saldo primario che passerebbe dal -2,0% del PIL al -0,8%. Il rapporto tra debito e PIL è in discesa, passando dal 147,0% al 145,2%. Sulla tenuta degli indicatori del bilancio pubblico pesa la frenata dell’economia: la crescita del PIL prevista nel DEF per il 2022 è del 2,4%, mentre le ultime previsioni di luglio del Fondo monetario internazionale si fermano al +0,7%; con l’interruzione del gas dalla Russia, nel 2023 il PIL potrebbe scendere dell’1,9% (QE 12/9).
L’intervento di politica fiscale è reso più complesso dalla politica monetaria restrittiva per riportare la stabilità dei prezzi: ad agosto l’inflazione è arrivata al 9,1% sia in Eurozona che in Italia; supera il 20% nelle tre repubbliche baltiche – Estonia, Lettonia e Lituania – e si colloca sopra il 10% in altri dodici paesi dell’Eurozona. La crescita dei prezzi è spinta dall’energia: l’inflazione energetica in Italia è al 45,4%, 6,9 punti superiore al 38,6% dell’Eurozona; il maggiore dinamismo in Estonia, dove si registra un aumento del 100,1%, seguita da Paesi Bassi con 88,4%, Lettonia con 67%, Lituania con 65,9%, Belgio con 55,3% e Grecia con 50,4%.
La bolletta energetica frena l’economia – Un marcato impulso recessivo arriva dalla discesa in territorio negativo della domanda estera netta, un fenomeno che non si riscontrava dal 2012, come emerso nel 21° report di Confartigianato ‘Imprese in trincea nella guerra dell’energia’ presentato stamane durante un webinar introdotto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli. Secondo i dati pubblicati venerdì scorso, a luglio 2022 il saldo del commercio estero su base annua è sceso in territorio negativo, pari -6,8 miliardi di euro, peggiorando di 75,2 miliardi nell’arco di dodici mesi. A fronte di un surplus di 78,7 milioni di euro del saldo no-energy, il differenziale tra import ed export di energia sale a 85,5 miliardi di euro, toccando il massimo del 4,6% del PIL. La bolletta energetica, aumentando di 57,2 miliardi in dodici mesi, (3 punti di PIL!) determina i tre quarti (76%) del peggioramento del saldo complessivo. Nel dettaglio il saldo del commercio estero di energia è dato da 109,8 miliardi di importazioni e 24,3 miliardi di esportazioni; l’import di energia in dodici mesi si è dilatato di 70,7 miliardi di euro, quasi triplicato (+180,8%) rispetto ai dodici mesi precedenti. Tale aumento si compone di un incremento del 5,3% dei volumi e di una forte dilatazione dei valori medi unitari, saliti del 151,3%. Va infine ricordato che il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, pur sostenendo l’export, impatta negativamente sul valore degli acquisti di energia.
Sul fronte dei prodotti no-energy, entra in territorio negativo anche il saldo dei prodotti intermedi – voce appesantita dal caro-commodities – che peggiora di 21,1 miliardi di euro. Mostrano una maggiore tenuta i raggruppamenti dei prodotti tipici del made in Italy, con il saldo complessivo dei beni di consumo e di quelli strumentali in aumento di 3,1 miliardi di euro.