L’aumento in corso dei tassi di interesse pagati dalle imprese conseguente alla stretta monetaria della Bce per contenere l’inflazione, come documentato in una nostra recente analisi, sta generando tensioni sulla finanza d’impresa.
La crescita degli oneri finanziari si associa all’aumento dei prestiti per disporre della liquidità necessaria per pagare le bollette: le stime di Confartigianato indicano per il 2022 un maggiore costo per elettricità e gas di 23,9 miliardi di euro per le micro e piccole imprese rispetto all’anno precedente.
In questa fase delicata per la stabilità finanziaria del sistema delle imprese è necessario che lo Stato faccia la sua parte, garantendo pagamenti puntuali delle forniture alla Pubblica amministrazione, recuperando quelle situazioni ancora critiche a dieci anni dall’entrata in vigore della direttiva europea (UE/2011/7) contro i ritardi di pagamento in vigore dal 2013 che sancisce il pagamento entro 30 giorni.
Come documentato nel 17°Rapporto annuale di Confartigianato, il confronto internazionale su dati della Commissione europea, condotto sulla sola parte di spesa corrente comprensiva delle anticipazioni, evidenzia che il debito commerciale della Amministrazioni pubbliche in Italia è pari al 2,9% del PIL; si tratta dell’incidenza più alta in Ue davanti alla Romania (2,3%) e alla Bulgaria (2,0%), superando nettamente l’1,7% della media Ue a 27 e della Germania, l’1,4% Francia e lo 0,9% della Spagna.
L’analisi del monitoraggio al secondo trimestre 2022 sui tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche indica che il tempo medio di pagamento delle fatture emesse nel primo semestre del 2022 si attesta a 40 giorni, con un miglioramento di 3 giorni rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente (43 giorni), e in linea con i 40 giorni registrati nel totale del 2021. Il report del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato indica che “nonostante il miglioramento conseguito, le Amministrazioni dello Stato e gli Enti locali espongono, alla fine del periodo di osservazione, un tempo medio di pagamento ancora significativamente elevato (56 e 41 giorni) rispetto ai requisiti di legge.”
Focus sui Comuni
Una analisi per ripartizione evidenzia che i tempi medi di pagamento dei Comuni sono di 42 giorni nel Sud e Isole, di 32 giorni nel Centro per scendere a 26 giorni nel Nord Est e 25 giorni nel Nord Ovest.
La situazione è più critica nel Mezzogiorno, dove il costo del credito delle micro e piccole imprese è di 215 punti base superiori a quello del Centro Nord.
In chiave regionale i tempi medi più elevati si registrano per i Comuni della Calabria (54 giorni), seguiti dai comuni di Campania (48 giorni), Sicilia (46 giorni) Abruzzo e Basilicata (44 giorni) e Molise (43 giorni). All’opposto, le situazioni più virtuose si registrano per i Comuni in Lombardia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige (24 giorni), Friuli-Venezia Giulia (22 giorni) e Veneto (21 giorni).
L’area critica – Nonostante il tempo medio di pagamento dei Comuni sia in linea con i requisiti di legge, va evidenziato che, dopo dieci anni in cui la Direttiva è in vigore, si contano ancora 1.047 Comuni – pari al 13,5% dei Comuni monitorati – che hanno ricevuto fatture nel primo semestre del 2022 per 2 miliardi di euro – che registrano tempi medi di pagamento superiori a 60 giorni, con una media di 78 giorni, oltre due volte e mezzo i termini di legge.
Di questi, 630 comuni sono localizzati del Mezzogiorno, con una incidenza pari al 25,0% del totale delle Amministrazioni comunali della ripartizione, quasi tripla rispetto al 7,9% rilevata per i Comuni del Centro-Nord.